Gianfranco Castelli ricorda suo nonno e suo padre, originari di Norcia, che, d’inverno, prendevano la diligenza fino a Terni e poi il treno per Roma, per andare a lavorare la carne nelle botteghe. Dopo anni di “pendolarismo”, il padre riesce ad aprire un negozio, nel quale Gianfranco comincia il suo apprendistato: “Ero l’ultimo dei garzoni” racconta; “non mi lasciavano neppure toccare la carne, per paura che la rovinassi”. Dopo il negozio, la famiglia apre un piccolo salumificio vicino a Frascati. Nel 1984, forte di 30 anni di esperienza, Gianfranco va a gestire un nuovo stabilimento ad Accumoli, con un’idea precisa: “Vogliamo salvare le antiche ricette e riproporle alle persone adattandole alle abitudini e alle tecnologie moderne, perché siano ancora più buone”. Pensate che soddisfazione quando, a gennaio 2011, dopo otto anni di studi, il prosciutto Amatriciano, prodotto di punta dell’azienda, ha ottenuto il marchio IGP.
Ad Accumoli (800 metri sul livello del mare), fa freddo come a Dobbiaco, ma l’aria pulita fa bene ai salumi. Il paese sorge tra due parchi nazionali, quello dei Monti Sibillini e quello del Gran Sasso e dei Monti della Laga, tra Lazio e Umbria, vicino a due città il cui nome è legato indissolubilmente alla tradizione salumiera, Norcia e Amatrice, lungo l’antica via Salaria. Se a Roma, oggi, si mangia bene si deve anche al sacrificio di tante famiglie contadine di queste parti che d’inverno scendevano in città a lavorare come norcini o ristoratori.
Il prosciutto Amatriciano IGP si produce in 22 comuni montani della provincia di Rieti. Si ricava da cosce di suino nazionale selezionate e lavorate con la tipica rifilatura alta; viene salato e stagionato almeno 12 mesi prima di arrivare in tavola, meglio se accompagnato da un Frascati superiore.